La Sede

Una prestigiosa sede

 

Il Centro Internazionale di Studi Monastici ha la sua sede nell'antico monastero di San Giorgio, fuori Cividale del Friuli. Il monastero conserva ancora la vecchia cucina, il refettorio, parte del porticato, alcuni pavimenti e muri originali, gli orti e i giardini. Ma l'aspetto piu' accattivante del monastero e' la sua chiesa. 

 

La chiesa di san Giorgio di Cividale del Friuli, fa parte di un antico complesso monastico, documentato già agli inizi del XIII, situato all’esterno della cerchia muraria della città ducale in località Vado di Rualis. Si trattava inizialmente di un monastero femminile osservante la Regola di Sant’Agostino soppresso nel 1432 dalla Bolla papale di Eugenio IV per mala fama e vita inonesta delle monache, passando all’ordine dei Frati Minori Osservanti di San Francesco.

 

La vita monastica del complesso termina nella seconda metà del XVIII° secolo quando fu soppresso dalla Repubblica Veneta. A documentare quest’ultima fase conventuale, è un rilievo cartografico datato 27 novembre 1769, nel quale il perito della Serenissima, Giovanni Antonio Pelleatti, misura e disegna l’intera struttura monastica che si apprestava ad essere messa in vendita, poi in effetti venduta alla famiglia Coceani nel 1796.

 

La chiesa monastica, ad aula unica con presbiterio, cappella laterale (sacrestia) e tetto a capanna, è la parte del complesso meglio conservata, con palinsesti di affreschi che si collocano tra il XIII° e il XVII° secolo. I primi affreschi ad essere messi in luce sono stati quelli relativi al Martirio di San Thomas Becket. La rara iconografia, unica in Friuli, è stata attribuita ad un aiuto molto vicino a Vitale da Bologna, databile al XIV° secolo.

 

Allo stesso secolo appartengono le pitture murali appartenenti al cosiddetto “Secondo Maestro di Rualis” raffigurano: un’Annunciazione; un San Giorgio ed il drago molto lacunoso; una Trinità di cui rimane soltanto il volto del Dio padre; una Maddalena portata in cielo dagli angeli; una Madonna in trono con Bambino e Santi.

 

All’interno di un altare tardo seicentesco è collocato un affresco di altissima qualità la Madonna dell’Umiltà, databile agli inizi del XV° secolo. Di particolare interesse una Dormitio Virginis (morte della Madonna) duecentesca collocata al di sotto dello strato raffigurante il Martirio di San Thomas Becket e due affreschi, databili tra la fine del XIV° e gli inizi del XV° secolo, di rara iconografia di ambito tedesco, l’eucharisticher Schmerzensmann (Cristo eucaristico). Si tratta della testimonianza più antica, fino ad ora accertata, della presenza di tale tema in Friuli.

 

Sono presenti affreschi anche nell’oratorio annesso alla chiesa, raffiguranti le Storie della vita di Cristo con un’Ultima Cena, datata all'inizio del XIII° secolo, è ora collocata agli inizi del XIV° secolo, vicina stilisticamente agli affreschi messi in luce in facciata nell’estate del 2005, riconducibili anch’essi all’inizio del Trecento e raffiguranti un San Giorgio e la principessa ed una Crocifissione (la facciata così affrescata è una delle più antiche della Regione). Tra il corpus di pitture murali compaiono anche alcune testimonianze cinquecentesche e seicentesche, di particolare interesse le figure di Profeti nelle lunette, assegnabili al XVI° secolo.

 

Ha tre altari, il maggiore con le statue di san Giorgio e san Francesco, i laterali dedicati uno alla Madonna del Carmine e l'altro alla Madonna dei sette dolori.

 

Nel presbiterio, sotto il pavimento attuale, è stata messa in luce l'abside della chiesa antica con pavimento in cocciopesto e la base dell'altare. A lato del muro sud dell'abside, all'interno del campanile, antico passaggio che collegava il chiostro alla chiesa, è stata rinvenuta la sepoltura privilegiata in uso prima alle badesse e poi ai frati minori. Nella cappella adiacente alla chiesa, trasformata poi in sacrestia è stato messo in luce un pavimento in cocciopesto, della stessa tipologia del precedente, e anche qui una base di un'altare antico. Dello stesso cocciopesto ci sono lacerti visibili anche sotto il pavimento dell'aula.

 

Un coro ligneo e altre opere mobili, dipinti su tela, statue lignee, apparati e paramenti liturgici, completano il tesoro racchiuso all'interno di questo quasi millenario scrigno. Negli anni sulla chiesa e sulla storia del complesso monasteriale sono stati eseguiti diversi studi e ricerche che sono sfociati in pubblicazioni e tesi di laurea.